Pseudonimo di
Antonio Rapisarda. Scrittore e
giornalista italiano. Fu uno dei maggiori collaboratori della rivista "'900" di
Bontempelli. La sua vena estrosa si tradusse, nella prima fase della sua
produzione, in una serie di racconti e romanzi fantasiosi e sensuali:
Sara
Lilas (1925),
Ultime notti di Taormina (1930). Trasferitosi in
Francia per motivi politici, scrisse anche in francese con un certo successo. La
seconda fase della sua produzione narrativa italiana è più
improntata a un atteggiamento di memoria, di ripensamento, di ricordi ora amari
ora ironici. A quest'ambito appartengono i suoi lavori migliori, fra cui:
Ricordi di un giovane troppo presto invecchiatosi (1939),
Obbrobriose
confessioni (1952),
L'uomo di genio davanti alla morte (1958).
A. scrisse anche per il teatro:
Gelsomino d'Arabia (1926),
Il
fecdondatore di Siviglia (1930),
La rosa di zolfo (1957), con cui
raccolse un notevole riconoscimento (Catania 1900 - Ventimiglia
1983).